Muganga. La guerra del dottor Mukwege by Braeckman Colette

Muganga. La guerra del dottor Mukwege by Braeckman Colette

autore:Braeckman, Colette [Braeckman, Colette]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Atti di barbarie

Denis Mukwege si spinge oltre. Ritiene che “non si tratti soltanto di brutalità allo stato puro. Fin dal 2002, quando i villaggi del Kivu Sud si sono svuotati, e le popolazioni allo sbando si rifugiavano nella foresta o cercavano asilo nelle città, ho cominciato a analizzare le ferite delle donne che si presentavano ai miei consulti. Alcune di loro avevano i clitoridi sezionati, i seni tagliati, altre erano state mutilate con lame di rasoio, pallottole sparate nella vagina, ustioni, colpi di baionetta. Come se i loro carnefici volessero esprimere un autentico odio nei confronti dell’apparato genitale della donna! Non c’era alcun desiderio di godimento, nient’altro che distruzione...”.

A questi gesti barbari si aggiungono atti di una crudeltà inaudita. “Un giorno mi si presentò in ospedale una donna che sembrava aver perso la ragione. Quando si mise a raccontare ciò che aveva vissuto, abbiamo avuto difficoltà a realizzare di cosa stesse parlando. Stava cercando di dirci che in seguito a un’incursione di uomini armati nel suo villaggio, i suoi quattro bambini erano stati portati via. Lei stessa aveva dovuto seguirli, veniva trattata da prigioniera, da schiava sessuale. Poco tempo dopo il rapimento, le fu presentato un piatto strano, che fu costretta a ingoiare. Alla fine i suoi carcerieri dichiararono di averle fatto mangiare... tre dei suoi stessi figli!

Come spiegare gesti simili? Io credo che il solo scopo fosse far regnare il terrore. Storie come questa si tramandano di famiglia in famiglia, si raccontano, il messaggio passa: se non rispettate quello che vi imponiamo, ecco cosa dovrete subire! Dopo una lezione così terribile, la gente, terrorizzata, è incapace di reagire e difendersi...”

Tutti i racconti raccolti dal ginecologo si assomigliano: la maggior parte delle donne sono state violentate da numerosi uomini in fila, 3 o 4 in media. Alcune di loro sono state portate nella foresta, come schiave sessuali, facchine, cuoche... Nella maggior parte dei casi, quelle che sono riuscite a tornare si sono rivelate malate di Aids, contagiate dai loro rapitori.

Secondo Mukwege, “una specie di ‘serbatoio di morte’ è stato così creato nella comunità perché queste donne sono condannate a morire, a fuoco lento. Il loro indebolimento tocca anche tutto il gruppo: molto spesso queste donne vengono rifiutate dai loro rispettivi mariti, scacciate dalla cerchia familiare. Quelle che, malgrado tutto, riescono a riguadagnare la famiglia diventano un peso. Da noi infatti è la donna che nutre la famiglia, ne è il pilastro centrale. La diffusione dell’Aids intacca dunque non solo le capacità economiche della donna ma anche le sue facoltà di riproduzione. Inoltre, queste donne, colpite da infezioni sessualmente trasmissibili a causa dello stupro si trasformano in vere e proprie bombe a orologeria...”.

Osservatore attento della vita del villaggio, Mukwege sa anche che “l’uomo che ha assistito allo stupro di sua moglie rischia di diventare egli stesso impotente, colpito da depressione, incapace non soltanto di lavorare ma anche di riprodursi... Anche se gli uomini sono stati risparmiati, non possono più contribuire al rinnovamento della popolazione. Sono dunque vittime di una sorta d’arma demografica: ogni guerra mira, in ultima analisi, a ridurre il nemico sul piano numerico.



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